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Rivive la malga abbandonata di Storo

( Tione di Trento, 14 Giugno 2019 )

Esistono luoghi nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria che sanno di riscatto e rinascita.

Malga Monsùr, a cavallo fra la Valle di Ledro e la Valle del Chiese, nel Comune di Storo è sicuramente un esempio del desiderio di dare nuova vita a luoghi di grande importanza per il passato dei paesi della Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”.

Arrivarci non è per niente semplice; si trova infatti a 1400 metri di quota, incastonata in un ampio pascolo sui declivi della “Rocca Pagana”, la piramide calcarea che sovrasta imponente l’abitato di Storo. La località di Monsùr è raggiungibile tramite una stretta e tortuosa strada che da Storo, passando per la Chiesetta di San Lorenzo e per le località Bes e Casina, si inoltra nella stretta valle che da Storo sale verso il passo Ampola.

 La costruzione di questa malga risale probabilmente almeno a due, tre secoli fa ed è sempre stata utilizzata in maniera collettiva dalla comunità storese, cercando di convivere con uno dei problemi principali di questo luogo ovvero la grande scarsità di acqua potabile nelle immediate vicinanze della malga. Infatti, la carenza idrica è un problema per l’allevamento del bestiame in montagna in quanto le vacche necessitano di grandi quantità di acqua per produrre un’adeguata quantità di latte.Caparbi nello sfruttare ogni singolo angolo di questa inospitale montagna i malgari storesi decisero perciò di destinare Monsùr al pascolo delle manze asciutte, quei capi che non producevano latte, facendo risiedere in estate un pastore che attendesse alle bestie. Il ciclo dell’allevamento in montagna, ripetutosi per secoli venne però interrotto negli anni ’60 dello scorso secolo dall’avvento della modernità, che irruppe nella Valle del Chiese. Soprattutto a Storo, le fabbriche, con la loro promessa di un posto fisso e ben pagato in paese, ruppero la tradizione secolare dell’allevamento del bestiame. Il lavoro del malgaro venne ben presto abbandonato e di conseguenza anche Malga Monsùr non risuonò più dello scampanare delle vacche al pascolo.

 La malga, tendenzialmente abbandonata, divenne nel tempo un punto di appoggio per i cacciatori che in stagione venatoria si recavano a caccia di camosci, caprioli e altri animali selvatici, fino a quando nel 2001 due giovani ragazzi, allora praticamente ventenni, innamorati di queste montagne e consci della secolare storia di questo luogo decisero di dedicare volontariamente il proprio tempo alla sistemazione di questa malga per farla rivivere, immaginando un nuovo futuro per questo luogo.

A cavallo fra 2011 e 2012 dopo aver coinvolto molti altri giovani viene fondata l’Ass. Fuori Quota con la finalità di recuperare e valorizzare Malga Monsur per farla diventare un punto di appoggio per escursionisti e ciclisti che sempre più spesso visitano queste montagne. Le attività di recupero e ripristino così si intensificarono: venne allargato e pulito il pascolo intorno al piccolo edificio di Malga Monsùr e per tre stagioni vengono fatte pascolare una decina di pecore per poter rigenerare il terreno. Il Comune di Storo riconoscendo l’importanza del progetto di recupero e visto che Monsur è anche tappa del percorso “Ledro Alps Trek” finanzia la ristrutturazione completa del piccolo edificio per renderlo più accogliente e adatto ai fruitori del percorso e della montagna in generale. In queste settimane i lavori di ristrutturazione stanno per terminare; l’idea dell’associazione Fuori Quota, gestrice della malga è che questa diventi un confortevole bivacco sempre aperto in qualsiasi stagione dove poter riposarsi dopo un’escursione ma anche dove poter pernottare godendo di una magnifica vista sulla Valle del Chiese, sul Lago d’Idro e sulle Alpi Ledrensi.

Malga Monsùr restaurata
Malga Monsùr restaurata
 
Vista da Malga Monsùr
Vista da Malga Monsùr
 
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