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Dimmi che luce rifletti e ti dirò chi sei

Il progetto condiviso URBE: Uomo, Risorse e BiodivErsità

( Tione di Trento, 18 Dicembre 2019 )

Quando una radiazione elettromagnetica (es. la luce) colpisce un oggetto, parte di essa è destinata ad essere riflessa ed è sorprendente sapere quante informazioni quel raggruppamento di lunghezze d’onda (in parte visibili e in parte no) può contenere. Peccato che l’accesso a questi dati non sia proprio alla portata di tutti, a meno che non ve ne intendiate di telerilevamento iperspettrale.

Si chiama così infatti l’innovativa tecnica scelta dai ricercatori della Fondazione Edmund Mach per studiare gli ecosistemi forestali della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria nell’ambito del progetto URBE – Uomo Risorse e BiodivErsità.

Vario e complesso, il mondo del telerilevamento (= rilevamento a distanza) comprende quell’insieme di metodologie in cui l’oggetto dello studio e lo strumento impiegato per analizzarlo sono separati da una certa distanza più o meno ampia, a seconda del mezzo scelto per trasportare lo strumento: da qualche decina di metri a migliaia di chilometri a seconda che si tratti di un drone, un aereo o un satellite.

Che sia quindi possibile studiare la diversità di un bosco, osservandolo dal cielo? Certo che sì, a patto di riuscire a “leggere” in un’immagine la firma spettrale emessa da ciascuna specie, ovvero l’insieme delle lunghezze d’onda riflesse dalla vegetazione.

Anche l’elaborazione a distanza richiede però una parte di campo. E così nel corso del 2019, i ricercatori della FEM e i tecnici dello Studio Associato PAN hanno esplorato la Val Lomasona, area rinomata per la ricchezza dei suoi boschi e scelta come sito pilota per testare i metodi della ricerca. Qui, sui versanti della stretta valle che dal paese di Dasindo si spinge verso il Monte S. Pietro, hanno individuato alcuni alberi appartenenti a diverse specie, ma accomunati dallo sviluppo di chiome identificabili e riconoscibili anche dall’alto. Su questi individui si baserà ora la fase di “addestramento” di un modello capace di distinguere la firma spettrale delle diverse specie, per poi riuscire a classificare la composizione di intere superfici boscate.

Alcuni individui delle principali specie oggetto di telerilevamento sono stati inoltre sottoposti ad un minuzioso monitoraggio delle loro funzionalità. Sensori ultramoderni posizionati sui loro tronchi rilevano la silenziosa, ma ininterrotta attività di questi organismi: tasso fotosintetico, crescita, quantità d’acqua traspirata, radiazione luminosa intercettata.

Il test condotto sulla Val Lomasona, consentirà quindi di estendere la valutazione della biodiversità forestale anche ad altri ambiti della Riserva di Biosfera, dettagliando meglio anche la distribuzione di specie arboree di interesse economico e culturale quali noce e castagno, tradizionalmente coltivate in queste zone. In questo ottica, il Progetto URBE vede il coinvolgimento della Confraternita della Noce del Bleggio, da ormai dieci anni è impegnata nella tutela e valorizzazione della noce bleggiana e promotrice del censimento del patrimonio nocicolo delle Valli Giudicaire.

 


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Sui tronchi una rete di sensori monitora la funzionalità delle piante
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Elaborazione di dati iperspettrali
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