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Sulle tracce dell’antica viabilità

I capitelli delle Esteriori

( Tione di Trento, 05 Giugno 2020 )

“I capitelli rappresentano una sorta di museo a cielo aperto di arte povera e popolare da preservare come patrimonio delle genti di questa valle”[1], afferma Severino Riccadonna, profondo conoscitore e divulgatore di storia locale, che nel suo prezioso lavoro ha catalogato e descritto i novantacinque capitelli disseminati nelle Giudicarie Esteriori, con l’intento di riscoprirli e valorizzare, attraverso questa rassegna, il territorio inserito nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria.

“Eretti all’imbocco dei paesi, o più raramente in aperta campagna, lungo gli itinerari di una viabilità arcaica, raccontano storie di fatiche e di bisogni. Di un’umanità povera che affidava il suo destino alla protezione divina. Espressione di una religiosità popolare che riteneva naturale marcare il territorio con spontanei edifici di culto.” [2]. I capitelli, oltre a quella religiosa, svolgevano anche funzioni civili, e talvolta divennero punti di riferimento o luoghi di incontro. Al di fuori dei centri abitati, infatti, i capitelli, benché costruiti come atto di devozione, fungevano anche da orientamento proteggendo i viandanti da minacce e pericoli.

Ritrovarli, può essere un modo interessante di esplorare il territorio in cui viviamo.

Tra i numerosi caputèi (così vengono chiamati in dialetto), particolarmente significativo è il Caputèl de La Spina, che sorge a 1386 m.s.l.m. sulle pendici del monte Valandro (sovrastante l’abitato di Stenico). Esso ricorda le fatiche dei contadini impegnati nella fienagione e nel taglio della legna in quota, i quali, sotto il pesante carico degli attrezzi da lavoro, sostavano proprio davanti al capitello per concedersi un po’ di sollievo. All’interno della nicchia, è presente un’icona in legno dipinto, lavorata a bassorilievo, che raffigura Sant’Antonio di Padova, al quale è dedicato il capitello, con accanto immagini delle anime del purgatorio.

Spostandosi sull’altopiano del Bleggio, si trova il particolarissimo capitello dedicato a Sant’Antonio abate, detto Caputèl de Sant’Antoni, che sorge nei pressi del campo sportivo di Cavrasto, lungo la strada che collega il paese con Balbido. Data la sua forma molto originale, si suppone sia uno dei più antichi, forse del XVI secolo. Il capitello, infatti, si presenta sorretto da un pilastro in granito a base quadrata e sopra la base aggettante, in pietra chiara, è posto un parallelepipedo a quattro facce con profilo in rilievo, riparato a sua volta da un tettuccio.

Spostandosi più a Sud, nel comune di Fiavè, sulla strada del Dus verso Ballino, si incontra l’antico Caputèl dei Cristi (soprannome della famiglia Degasperi di Fiavé), dedicato alla Crocifissione, che ricorda le migrazioni dei Giudicariesi (si trova sulla strada verso Ballino e quindi Riva del Garda). La struttura a base rettangolare, che poggia direttamente sul piano del terreno, presenta uno sviluppo volumetrico parallelepipedo di ridotta elevazione ed è protetta da un tettuccio di pietra ad unico spiovente. Sulla parete di fondo della nicchia, a riparo della quale vi è una semplice grata in ferro, su una lamella metallica è dipinta la scena della Crocifissione, immersa in un paesaggio rurale.

Continuando il “pellegrinaggio” fra i capitelli, si giunge al più recente Caputèl de san Roch, situato in località San Giorgio, sulla strada che collega Poia a Godenzo. Come testimonia l’iscrizione sotto la nicchia, è stato realizzato dalla comunità nel 1836 come ex voto per ringraziare il Santo di aver preservato i due paesi dall’epidemia di colera che aveva funestato la Valle. È una costruzione di grandi dimensioni, al centro della quale sorge la nicchia con una struttura a volta, in cui sono presenti tracce di affreschi, tra cui un’immagine di San Rocco accompagnato da un cane.

Questi sono solo quattro dei novantacinque capitelli sparsi nelle Giudicarie Esteriori, i quali, “assieme alle croci, lignee o di pietra, possono essere considerati uno dei segni più vistosi del sentimento religioso che animava gli abitanti di questa Valle” [3], ma testimoniano anche il rispetto per la natura e l’integrazione con il paesaggio circostante.

[1] Riccadonna Severino, I capitelli delle Giudicarie Esteriori: il sacro minore nel paesaggio. Gruppo ricerca e studi giudicariese, Campo Lomaso, 2006

[2] Riccadonna S., op. cit.

[3] Riccadonna S., op. cit.

 


 

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Caputèl de La Spina (Valandro)
Caputèl de La Spina (Valandro)
 
Caputèl de Sant’Antoni (Cavrasto Bleggio Superiore)
Caputèl de Sant’Antoni (Cavrasto Bleggio Superiore)
 
Caputèl dei Cristi (Dus, Fiavé)
Caputèl dei Cristi (Dus, Fiavé)
 
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