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San Vigilio, tra leggenda e sentiero

( San Lorenzo Dorsino, 26 Giugno 2020 )

26 giugno. Il santo del giorno è San Vigilio, e la settimana che precede questa data avrà luogo la trentasettesima edizione delle Feste Vigiliane nel capoluogo trentino, manifestazione caratterizzata da rievocazioni storiche, eventi musicali e banchetti di prodotti tipici, in onore del santo patrono della città. Preso atto del momento di emergenza e del radicale cambiamento delle abitudini sociali a cui siamo tutti sottoposti, però, il Comune ha ridotto per quest’anno la festività a due giornate, il 25 e 26 giugno.

Ma conosciamo la storia di San Vigilio?

Uomo profondamente colto, di origine romana, visse a cavallo tra il IV e il V secolo d.C.. Fu il terzo vescovo della città, inviato a Trento dal celebre Ambrogio, vescovo di Milano, con lo scopo di cristianizzare il Trentino ancora in gran parte pagano. Con l’aiuto di tre missionari provenienti dalla Cappadocia (Turchia), Sisinnio, Martirio e suo fratello Alessandro, evangelizzò la Valle di Non, dove gli umili predicatori trovarono il martirio.

Non è certo, invece, come sia morto Vigilio. Una delle leggende narra che, durante uno dei suoi viaggi per diffondere il cristianesimo nelle Valli Giudicarie, mentre predicava in riva al Sarca contro i riti estivi delle popolazioni locali in onore del dio Saturno, Vigilio venne contestato con il lancio di zoccoli indossati dai contadini: morì lapidato il 26 giugno dai rendeneri.

Nel 1988, la strada per cui la sua salma avrebbe fatto ritorno per l’ultima volta nella sua Trento, è stata ripristinata e segnalata dalla SAT (Società Alpinisti Tridentini) e denominata Sentiero di San Vili. Esso si snoda per quasi 100 km fra Madonna di Campiglio (1500 m.s.l.m.) e il capoluogo trentino (194 m.s.l.m.), attraversando paesaggi e strutture architettoniche di grande importanza ambientale e culturale.

L’itinerario può essere battuto a piedi o in bicicletta, percorrendo sentieri, piste ciclabili, strade provinciali poco trafficate e forestali, ed è personalizzabile e adattabile alle esigenze di ciascun viaggiatore.

Un tratto del lungo cammino passa nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, in particolare tra i paesini dell'altopiano del Banale: Stenico (di cui San Vigilio è patrono), Seo, Sclemo, Tavodo, Andogno, Dorsino, San Lorenzo in Banale.

Dopo aver preso la strada che proviene dal Lisano, attraversando il suggestivo Bosco Arte Stenico situato nell’omonimo paese in cui domina il noto castello, tra campi e vitigni si giunge al piccolo abitato di Seo, dove spiccano la vecchia fonte e la fontana secolare, in cui una volta si lavavano i panni. Proseguendo in discesa, si oltrepassa la frazione di Sclemo, col suo pozzo comunitario, per giungere a Tavodo, sede dell’antica Pieve del Banale. Dietro la Chiesa dell’Assunta, si imbocca un sentiero che conduce sulla strada in discesa fra prati ed antichi vigneti, per entrare poi in un bosco di noccioli, aceri campestri e tigli, che porta ad Andogno, sede del dazio vescovile. Attraversati località Pergoletti ed il torrente Ambiez, si passa per Dorsino e San Lorenzo in Banale. In particolare, si giunge all’amena località di Moline, affacciata sul torrente Bondai, per raggiungere infine Deggia di San Lorenzo in Banale, nota per l’ottocentesca chiesetta della Madonna di Caravaggio, prima di proseguire verso la forra del Limarò, dove l’acqua dialoga con la roccia.

Se volete saperne di più su questo percorso della memoria, che consente di recuperare l’identità e i valori della montagna, visitate il sito: http://www.camminosanvili.it/ ed incamminatevi nel weekend lungo questo magnifico percorso.

 


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San Vigilio, tra leggenda e sentiero
San Vigilio, tra leggenda e sentiero
 
Lungo il percorso
Lungo il percorso
 
Vedute spettacolari
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