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Appennino Tosco Emiliano: educational tour

Viaggio di scoperta per un gruppo di operatori della nostra biosfera alla scoperta della RB Appennino Tosco Emiliano e delle sue iniziative per la valorizzazione del cibo e del territorio

( Tione di Trento, 09 Aprile 2022 )

 

Dalle zone più meridionali della nostra Biosfera, nelle giornate di bel tempo, alzandosi di quota, si scorgono in lontananza, oltre la Pianura Padana, dei monti: forme dolci, arrotondate, che come in uno specchio con le Alpi, risalgono verso l’alto.

Sono gli Appennini, i Tosco Emiliani per la precisione, una catena continua di rilievi, a due facce, quella montana che guarda verso la pianura e quella mediterranea che guarda verso il Mar Tirreno: una diversità di ambienti che genera un territorio ad altissimo grado di diversità biologica e culturale, tanto da essere insignito nel 2015, proprio come la nostra realtà, della qualifica di Riserva di Biosfera.

Questo magnifico territorio ha accolto, all’interno di un gemellaggio consolidato, un gruppo di nostri operatori, portandoli a scoprire il patrimonio enogastronomico del territorio dell’Appennino Tosco Emiliano.

Parlare di cibo è parlare di cultura, di come Uomo e Ambiente possano interagire in un territorio così difficile; è parlare dell’eterna lotta delle comunità locali contro la “gravità della montagna”, forza misteriosa ed eterna che spinge continuamente verso il basso, verso la Pianura.

Partiamo innanzitutto dal cibo: un territorio a così alta differenziazione di climi e ambienti non può che essere ricchissimo dal punto di vista alimentare: ogni singolo paese ha una produzione particolare, un piatto che mette in luce la creatività umana, in grado di utilizzare quello che l’ambiente dà in maniera del tutto originale.

La visita ad un allevamento di Suino Nero di Parma e di Pecore Cornigliesi, fra Calestano e Corniglio ci ha portato a vedere come sia possibile allevare animali allo stato semibrado, garantendo la conservazione di specie che se non allevate andrebbero perse, producendo dei salumi e altri derivati di altissima qualità e genuinità.

La risalita verso i paesi ai piedi dell’Alpe di Succiso è stata la scoperta invece di prodotti tipicamente montani: formaggi e ricotte prodotte a partire dal latte di pecora, animale fautore del caratteristico paesaggio appenninico fatto di fitto bosco di faggio e rovere, intervallato da dolci pascoli: se l’allevamento di questo animale venisse interrotto, in pochissimo tempo, il bosco chiuderebbe letteralmente gli spazi aperti, causando una grave perdita in termini di biodiversità e di paesaggio.

Anche l’altra faccia dell’Appennino, quella tirrenica, è stata una continua sorpresa: a Licciana Nardi, una piccola ma tenace azienda agricola sta puntando su una viticoltura a basso impatto ambientale, in cui si punta a garantire piccole produzioni di vino genuino in grado di competere con i più famosi vicini toscani e liguri; anche il piccolo borgo di Apella, con la sua produzione di Farina di Castagne della Lunigiana D.O.P e di altri prodotti come il miele, ha testimoniato come il cibo sia un elemento di valore in grado di essere un’attività economica sostenibile che mantiene dignitosamente le persone su queste montagne.

L’ultimo giorno, fra Cervarezza e la zona della Pietra di Bismantova ci ha portato a scoprire altri due prodotti di eccellenza: l’Aceto Balsamico, che da antico metodo di conservazione dell’uva è diventato un prodotto di nicchia con una lavorazione e affinamento che arrivano fino a 50 anni e il Parmigiano Reggiano, formaggio che ha fatto conoscere questo territorio a livello mondiale, garantendo un’altra volta la possibilità di vivere in questi territori e di mantenere il paesaggio tradizionale.

Il nostro però è stato soprattutto un viaggio alla scoperta delle persone che vivono questo territorio, gente di montagna di un’ospitalità sconfinata, di quella che ti dice: “non sia mai che tornate a casa dicendo che avete mangiato poco”.

Persone singole o intere comunità che hanno voluto resistere alla discesa verso valle, comprendendo che anche qui, grazie al duro lavoro, è possibile continuare ad avere un luogo vivo, bello ed attrattivo.

Che siano Cooperative di Comunità, come quella di Rigoso o di Succiso o iniziative imprenditoriale di singoli, come quelle di Barbara e la sua famiglia ad Apella, tutte sono caratterizzate da un’altissima qualità del capitale umano: persone che sono uscite dal territorio, che hanno fatto esperienza fuori e hanno deciso di riportare in montagna questa nuova conoscenza, mettendo a terra, con una buona dose di pragmatismo progetti ed azioni concrete in grado di frenare la discesa delle persone a Valle.

Sono fenomeni sicuramente figli della condizione di estrema marginalità di questi territori e della consapevolezza che non c’era alternativa all’attivazione delle persone del luogo per non far morire questi luoghi: anche qui, un po’ come nei nostri territori, non è più possibile aspettare che il cambiamento arrivi dall’alto, ma deve esserci attivazione da parte delle singole persone, recuperando un senso del dovere verso la propria comunità e il proprio territorio.

Una tre giorni quindi estremamente ricca e intensa, dove i nostri partecipanti hanno riportato a casa, oltre a tantissime leccornie locali, anche un grande bagagliaio di esperienza e di nuove amicizie.

Se vogliamo la sintesi di tutto il viaggio è stata nell’incontro con il presidente della Riserva di Biosfera Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli, il quale ha detto che il futuro delle Riserva di Biosfera e del programma Uomo&Biosfera, non sta nel curarsi separatamente delle due parti ma sta nella “e” congiunzione semplice che divide e unisce i due elementi, ma che porta con se la necessità di far dialogare fortemente Uomo e Ambiente in una visione più complessa e difficile, ma che è la via per affrontare le sfide del futuro.

 

Gruppo operatori porta Parco Appennino Tosco Emiliano
Gruppo operatori porta Parco Appennino Tosco Emiliano
 
Visita al caseificio sociale Casale di Bismantova
Visita al caseificio sociale Casale di Bismantova
 
Visita all'azienda vitivinicola di Licciana Nardi
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